L'esperienza della prigione nella Bibbia

di Romano Penna

Abstract

Il carcere è un’esperienza documentata in tutta la Bibbia a partire dal patriarca Giuseppe fino all’Apocalisse giovannea. È però necessaria una distinzione tra i due Testamenti. Nell’Antico, Israele in quanto entità statuale prevede la carcerazione come una delle pene possibili per i trasgressori della Legge. Nel Nuovo, invece, sono i cristiani che, non configurandosi come una entità statuale, subiscono la pena da parte sia di giudei sia di città greche; il caso tipico è quello di san Paolo. Sull’insieme però si impone la richiesta di Gesù di visitare i prigionieri come qualunque altro bisognoso e ciò comporta una loro identificazione con Gesù stesso.

Abstract Inglese

Imprisonment is a well documented experience in the whole Bible, since patriarch Joseph up to the Johannine Apocalypse. A clear distinction between what is referred by each of the two Testaments is needed. In the Old one infact Israel, as a statehood, forsees imprisonment as just one of possible penances to law transgressors. In the New one, instead, Christians weren’t organized in a state. This may be the reason why they were serving penalties both by Jews and by Greek cities. The best known example of such a history is Saint Paul’s one. Above all, however, Jesus’ teaching on visiting imprisoned people and those in need moves early Christians as they identified with Jesus himself.

L'Autore

Sacerdote della Diocesi di Alba dal 1960, ha studiato presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e la Pontificia Università Gregoriana di Roma dove si è dottorato con la pubblicazione Lo Spirito di Cristo (Roma, 1976) sotto la guida del Card. Albert Vanhoye. È stato docente Ordinario di Origini Cristiane dal 1983 nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense; ha insegnato come docente invitato anche presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma), il Pontificio Istituto Biblico (Roma) e il Pontificio Istituto Biblico di Gerusalemme.

Parole chiave / Keywords

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